Palermo – Guido Meli, Giovanna Mirabella, Gaetano Renda ci hanno provato a spiegare gli enigmi della cattedrale di Palermo, uno dei piu’ complessi esempi di architettura medievale mediterranea che ha dato ispirazione a tanti studi sulle cattedrali romaniche… e lo hanno fatto davanti a un pubblico attento all’oratorio dei Crociferi in via Torremuzza!
La Mirabella e’ intervenuta sulle decorazioni (i girali ) dell’Albero della Vita poste sopra il portico meridionale (e già’ oggetto di dispute ottocentesche sull’origine dell’arco a sesto acuto in Europa!).Un capolavoro in tarsie cromatiche sintesi del Sapere medievale,ancora tutto da decifrare.
Renda ha parlato del grande terrapieno cubico che sorregge i campanili ponendo il grande enigma sulle sue origini e a cosa servisse, visto che il campanile attuale del1725 ha pochi rapporti strutturali col terrapieno.
Guido Meli ha invece trattato sia della collocazione originale della cappella della Maddalena, sia della pianta originale dell’edificio lunga quanto la moschea di Damasco e del Mihrab che riconduce alla moschea Gami del periodo arabo con atrio di preghiera laterale dotato di un lungo porticato!
Partiamo dalle riflessioni di Meli che ha lavorato in più’ fasi alla cattedrale e conosce bene i monumenti arabo-normanni della città’(la Cappella Palatina ad esempio, dove ha pure lavorato col CRPR per i tetti policromi delle muqarnas).

Dunque l’edifico cubico del prospetto meridionale della cattedrale che ha all’interno il grande cerchio non è’ stile architettonico moresco bensì’ con la scoperta di due finestre nella facciata interna (occultate) porta a pensare a uno stile nordico simile a quello della cattedrale di Cefalù’. Così il porticato interno , posto nella zona dell’abside , di cui rimangono pochissime tracce di capitelli, di colore e di mattoni. La cappella interna all’edificio cubico (quella col grande “ occhio” circolare) rivela la preesistenza di una cappella regia (probabilmente spostata a sud) e da lì’ due vani absidali che allungano le dimensioni del duomo alle parti più’ antiche (il mihrab,l e muqarnas).
Il “porticato” esterno all’attuale sagrato fu abbattuto per far spazio alla fiera di Santa Cristina e furono costruite le balaustre oggi visibili. Le due fontane al centro sono state collocate probabilmente nello

stesso luogo ove erano le fontane per le abluzioni in epoca islamica…e la sorpresa è’ proprio questa: spazi e strutture ci parlano di un luogo occupato da una delle mosche più’ grandi del mondo islamico!
Vista dalle absidi, senza il cupolone settecentesco, la cattedrale di Palermo appare come un grande edificio islamico con decorazioni geometriche che andrebbero interpretate e decodificate. Nulla porta a pensare che l’attuale cappella dell’Incoronata possa essere riferibile al IX secolo come alcune guide riportano.
Claudio Paterna