Relazione sullo Stato di diritto 2022: la Commissione formula raccomandazioni specifiche per gli Stati membri

Bruxelles – Oggi la Commissione ha pubblicato la terza relazione annuale sullo Stato di diritto. La pubblicazione avviene sullo sfondo dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha evidenziato in modo ancor più marcato quanto sia importante difendere i valori democratici, i diritti umani e lo Stato di diritto.

La relazione comprende una panoramica delle tendenze in tutta l’UE e 27 capitoli dedicati ai singoli paesi, nei quali sono analizzati gli sviluppi in ciascuno Stato membro da luglio 2021. Quest’anno contiene per la prima volta anche raccomandazioni mirate per ciascuno Stato membro, come aveva annunciato la Presidente von der Leyen nel discorso sullo stato dell’Unione 2021. Lo scopo delle raccomandazioni è incoraggiare gli Stati membri a portare avanti le riforme già avviate o previste e aiutarli a individuare gli ambiti in cui sono necessari miglioramenti.

Come nelle edizioni precedenti, la relazione analizza gli sviluppi in quattro settori chiave per lo Stato di diritto: i sistemi giudiziari, il quadro anticorruzione, il pluralismo e la libertà dei media e altre questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri. Da essa emerge che in molti Stati membri sono proseguite le riforme per far fronte alle sfide individuate nelle due edizioni precedenti. Allo stesso tempo alcuni Stati membri continuano a destare preoccupazioni di natura sistemica.

La relazione fa il punto sulle sfide individuate nelle edizioni precedenti, approfondisce la valutazione della Commissione e contiene osservazioni anche in merito a questioni quali i media del servizio pubblico, l’uso di spyware o l’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Principali constatazioni e raccomandazioni

  1. Riforme della giustizia

Nell’ultimo anno le riforme della giustizia sono rimaste in cima all’agenda politica. Molti Stati membri hanno avviato importanti riforme per rafforzare l’indipendenza della magistratura, ad esempio per quanto riguarda la composizione e i poteri dei consigli di giustizia, il miglioramento delle procedure di nomina dei giudici o l’aumento dell’autonomia delle procure. Hanno inoltre introdotto misure volte a migliorare l’efficienza e la qualità della giustizia, come una maggiore digitalizzazione dei sistemi giudiziari e l’agevolazione dell’accesso alla giustizia.

Allo stesso tempo in alcuni Stati membri persistono preoccupazioni strutturali per quanto riguarda l’indipendenza della magistratura. In alcuni Stati membri si riscontrano problemi relativi alle nomine ai tribunali di grado superiore e alla presidenza degli organi giurisdizionali, mentre in altri a destare preoccupazione è il grado di indipendenza e autonomia delle procure e il fatto che si ricorra a procedimenti disciplinari per intaccare l’indipendenza della magistratura.

Per affrontare tali questioni le raccomandazioni della Commissione caldeggiano per esempio un maggiore coinvolgimento della magistratura nelle procedure di nomina e una maggiore autonomia alle procure e invitano gli Stati membri a prevedere risorse adeguate per i sistemi giudiziari.

  1. Quadri anticorruzione

L’UE rimane una delle regioni meno corrotte al mondo. Da luglio 2021 molti Stati membri hanno adottato strategie anticorruzione nuove o rivedute, o le stanno riesaminando. Alcuni hanno allineato i quadri esistenti alle norme internazionali anticorruzione e al diritto dell’Unione. La maggior parte degli Stati membri dispone ora di un’ampia legislazione che fornisce al sistema giudiziario penale gli strumenti necessari per combattere la corruzione. Molti Stati membri hanno messo in atto misure per aumentare la capacità delle procure responsabili della lotta alla corruzione attraverso risorse aggiuntive o formazione supplementare.

Tuttavia la corruzione continua a preoccupare fortemente la popolazione dell’UE. Secondo l’Eurobarometro 2022 sulla corruzione, ad esempio, il 68% dei cittadini ritiene che la corruzione sia diffusa nel proprio paese. In alcuni Stati membri le indagini e le azioni penali relative ai casi di corruzione sono lunghe e soprattutto nei casi di alto profilo le sentenze tardano ad arrivare. In tutti gli Stati membri i funzionari pubblici sono soggetti a obblighi di dichiarazione della situazione patrimoniale e degli interessi, obblighi che però variano in termini di portata, trasparenza e accessibilità delle informazioni divulgate, nonché in termini di livello ed efficacia della verifica e dell’applicazione.

La Commissione ha formulato raccomandazioni relative al potenziamento dei quadri preventivi anticorruzione, per esempio riguardo alle norme in materia di lobbying e conflitto di interessi, nonché alla garanzia dell’efficacia delle indagini e delle azioni penali nei casi di corruzione.

  1. Libertà e pluralismo dei media

La pandemia di COVID-19 e l’invasione russa dell’Ucraina hanno dimostrato il ruolo cruciale dei giornalisti nel verificare i fatti e nell’informare i cittadini. Diversi Stati membri hanno adottato, rafforzato o stanno valutando misure per migliorare la sicurezza e le condizioni lavorative dei giornalisti, muovendo dalle recenti iniziative della Commissione. Dalla pubblicazione dell’ultima relazione diversi Stati membri si sono adoperati per rendere più trasparente la proprietà dei media. Persistono preoccupazioni in merito alla mancanza di trasparenza nella distribuzione della pubblicità statale, ai conflitti di interessi e alle difficoltà di accesso ai documenti pubblici: si tratta di questioni chiave evidenziate nella relazione che richiedono attenzione.

Per la prima volta la relazione si occupa anche dei media del servizio pubblico, riconoscendone il ruolo particolare per la società e la democrazia. Sono necessarie misure di salvaguardia per tutelare l’indipendenza dei media del servizio pubblico e assicurare che i finanziamenti pubblici siano adeguati e non siano utilizzati per esercitare pressioni politiche sui media, come indicato nelle norme europee.

Le constatazioni esposte nella relazione si basano su diverse fonti, tra cui l’Osservatorio del pluralismo dei media (Media Pluralism Monitor, MPM 2022), la piattaforma del Consiglio d’Europa per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti e la piattaforma per la mappatura della libertà dei media (Mapping Media Freedom).

La Commissione ha formulato una serie di raccomandazioni che riguardano tra l’altro la distribuzione equa e trasparente della pubblicità statale, la governance indipendente dei media del servizio pubblico e le misure volte ad aumentare la sicurezza dei giornalisti. La futura normativa sulla libertà dei media contribuirà ad affrontare diverse criticità individuate nelle relazioni sullo Stato di diritto.

  1. Bilanciamento dei poteri istituzionali

Gli Stati membri hanno continuato a migliorare la qualità dei loro processi legislativi, tendenza già rilevata nelle relazioni sullo Stato di diritto 2020 e 2021. Le corti costituzionali continuano a svolgere un ruolo chiave nel sistema di bilanciamento dei poteri, per esempio nel controllo delle misure di emergenza e in altri ambiti, come quello elettorale. In alcuni Stati membri è stato rafforzato lo status delle istituzioni per i diritti umani, dei difensori civici e di altre autorità indipendenti. Nella maggior parte degli Stati membri il contesto è favorevole alla società civile.

Tuttavia in alcuni Stati membri manca ancora un quadro formale per la consultazione dei portatori di interessi, il che desta preoccupazione, e le organizzazioni della società civile continuano a doversi confrontare con problemi di finanziamento, narrazioni ostili e restrizioni al loro spazio operativo. Per la prima volta la relazione si occupa anche dell’esecuzione da parte degli Stati membri delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. Altra questione affrontata è la reazione dei sistemi di bilanciamento dei poteri degli Stati membri all’uso di spyware. Sebbene sia collegato alla sicurezza nazionale, l’uso di tali strumenti dovrebbe essere soggetto a un sistema di pesi e contrappesi nazionali.

In risposta a queste problematiche, la Commissione ha formulato raccomandazioni relative ad esempio al coinvolgimento dei portatori di interessi nel processo legislativo, alla creazione e al funzionamento delle istituzioni nazionali accreditate per i diritti umani e alla definizione di un quadro operativo aperto per la società civile.

Dichiarazioni di membri del Collegio

La Vicepresidente per i Valori e la trasparenza Věra Jourová ha dichiarato: “Lo Stato di diritto rimane uno dei capisaldi della democrazia. L’invasione russa dell’Ucraina è l’ennesimo episodio che ci ricorda quanto sia importante il nostro lavoro di promozione e protezione dello Stato di diritto nell’UE e nel resto del mondo. La relazione di quest’anno mostra che il dialogo sullo Stato di diritto in Europa sta dando frutti: gli Stati membri apportano miglioramenti e affrontano questioni pertinenti. Purtroppo in alcuni Stati vi sono ancora aspetti che destano preoccupazione, in particolare per quanto riguarda l’indipendenza della magistratura. Per la prima volta la relazione si occupa anche dei media del servizio pubblico. Sono necessarie più misure di salvaguardia per tutelare l’indipendenza dei media del servizio pubblico e assicurare che i finanziamenti pubblici siano adeguati e non siano utilizzati per esercitare pressioni politiche su questi media. Oggi facciamo un altro passo avanti con le raccomandazioni su come migliorare la situazione dello Stato di diritto in tutta l’UE: invito gli Stati membri a seguirle, ad avviare un dibattito serio e ad agire.”

Didier Reynders, Commissario per la Giustizia, ha dichiarato: “L’aggressione ingiustificata e non provocata della Russia nei confronti dell’Ucraina dimostra che proteggere e promuovere lo Stato di diritto è più importante che mai. L’UE manterrà la propria credibilità solo se lo difenderà entro i propri confini e se continuerà a rafforzare la cultura dello Stato di diritto. Sono lieto di constatare che la nostra relazione contribuisce a questo obiettivo, dando impulso a importanti riforme negli Stati membri. Oggi non ci limitiamo a riferire sulla situazione dello Stato di diritto, ma diamo anche raccomandazioni costruttive su come migliorare i sistemi giudiziari, intensificare la lotta contro la corruzione e garantire la libertà e l’indipendenza dei media liberi e l’efficacia del sistema di bilanciamento dei poteri.”

Didier Reynders, Commissario per la Giustizia

Prossime tappe

La Commissione invita ora il Parlamento europeo e il Consiglio a proseguire i dibattiti generali e specifici per paese sulla base della relazione. Esorta anche i parlamenti nazionali e gli altri attori chiave, compresa la società civile, a portare avanti il dialogo sullo Stato di diritto a livello nazionale. Infine la Commissione invita gli Stati membri ad affrontare le sfide individuate nella relazione ed è pronta ad assisterli negli sforzi in tal senso, anche per attuare le raccomandazioni.

Contesto

Lo Stato di diritto è fondamentale per tutti i cittadini e le imprese dell’UE in quanto tutela i diritti e i valori fondamentali, assicura l’applicazione del diritto dell’UE e sostiene un contesto imprenditoriale favorevole agli investimenti. È uno dei valori fondamentali su cui si fonda l’UE.

La relazione annuale sullo Stato di diritto è il risultato di un intenso dialogo con le autorità nazionali e i portatori di interessi e prende in esame tutti gli Stati membri in modo obiettivo e imparziale, passando al vaglio le medesime questioni. La valutazione qualitativa effettuata dalla Commissione si concentra sugli sviluppi significativi intervenuti a partire dall’adozione della seconda relazione annuale sullo Stato di diritto, nel luglio 2021, e garantisce un approccio coerente mediante l’applicazione della stessa metodologia a tutti gli Stati membri, pur in maniera proporzionata agli sviluppi. La valutazione contenuta nei capitoli sui singoli paesi è stata preparata attenendosi all’ambito di applicazione e alla metodologia aggiornati a seguito delle discussioni con gli Stati membri.

La relazione costituisce il fulcro del meccanismo europeo per lo Stato di diritto, un ciclo annuale inteso a promuovere lo Stato di diritto e prevenire l’insorgere o l’aggravarsi di problemi. Il meccanismo ha un ruolo preventivo, è distinto dagli altri strumenti dell’UE in materia di Stato di diritto e non sostituisce, bensì integra i meccanismi basati sul trattato di cui dispone l’UE per reagire a problemi più gravi attinenti allo Stato di diritto negli Stati membri. Tali strumenti comprendono le procedure di infrazione e la procedura per proteggere i valori fondanti dell’Unione ai sensi dell’articolo 7 del trattato sull’Unione europea.

Con la terza edizione della relazione la Commissione compie un altro passo avanti sul fronte degli investimenti a favore dello Stato di diritto, formulando raccomandazioni specifiche per ciascuno Stato membro. Le raccomandazioni sono state elaborate sulla base delle valutazioni contenute nei capitoli sui singoli paesi e del dialogo con gli Stati membri e rispettano appieno il principio della parità di trattamento. Nel formularle la Commissione ha prestato particolare attenzione a che rimanessero mirate e ancorate alle norme europee, sempre tenendo conto degli assetti giuridici nazionali. Sono inoltre garantite la coerenza e la sinergia con altri processi, come quelli del semestre europeo, del meccanismo di condizionalità di bilancio e del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Le edizioni successive della relazione sullo Stato di diritto esamineranno il seguito dato alle raccomandazioni. Le raccomandazioni dovrebbero essere lette insieme alle valutazioni contenute nei capitoli sui singoli paesi, che approfondiscono problematiche particolari e sono intese a guidare gli Stati membri nell’adozione di misure al riguardo.

Le sfide in termini di libertà e pluralismo dei media individuate nelle precedenti relazioni sullo Stato di diritto hanno offerto lo spunto per diverse iniziative recenti dell’UE, tra cui una raccomandazione sulla sicurezza dei giornalisti e una serie di misure contro le azioni legali abusive tese a bloccare la partecipazione pubblica. Attualmente la Commissione sta preparando una proposta di normativa europea sulla libertà dei media.  

Qualis eligere