Il piano di investimenti della Raffineria, Cgil-Cisl-Uil commentano positivamente

«Segnale incoraggiante per il territorio ma adesso serve accelerare sul medio e lungo termine per garantire futuro al sito industriale. Si guardi alla transizione energetica ma anche alla transizione sociale»

Messina – «Un segnale importante ed incoraggiante per tutto il territorio». Emerge soddisfazione da parte dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Giovanni Mastroeni, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi insieme alle categorie degli edili, dei chimici, dei meccanici e al coordinamento delle Rsu dopo l’incontro annuale tra la Raffineria di Milazzo, le organizzazioni sindacali sia interne che dell’indotto, gli imprenditori e Sicindustria Messina.

Quella di oggi è stata l’occasione, per la Raffineria, per un primo approccio attraverso il nuovo management composto dal direttore generale Marcello Tarantino e dal responsabile Risorse Umane Giuseppe Muller ma anche per illustrare il piano di investimenti per il 2022.

«Ci è stato prospettato un investimento di 115 milioni di euro – sottolineano Mastroeni, Alibrandi e Tripodi – suddiviso in 45 milioni per la manutenzione e 70 milioni per gli investimenti. Come organizzazioni sindacali lo reputiamo un segnale tangibile di ripresa con risvolti positivi per il comprensorio soprattutto perché arriva dopo un periodo in cui, a causa del Covid e dei risvolti sul mercato della pandemia, gli investimenti si erano ridotti. Questo, però, non significa che siamo del tutto sereni per il futuro del sito industriale. Abbiamo chiesto ed ottenuto l’istituzione di un tavolo permanente che possa monitorare tutte le fasi dei processi produttivi della Raffineria, anche quelli futuri e legati alla transizione energetica. Siamo sicuri che se verrà creata una sinergia tra tutte le parti in gioco potranno essere evitati disagi ai lavoratori e problemi sociali all’intero territorio».

Cgil, Cisl e Uil hanno sottolineato anche la necessità di prevedere interventi a medio e lungo termine per garantire la produzione ed i livelli occupazionali attuali ma, soprattutto, dare certezza alla continuità dell’attività attraverso il passaggio alle nuove tecnologie.

«Sarebbe importante – continuano – creare una road map che preveda confronti costanti per accompagnare i processi futuri del sito industriale. Si deve guardare alla transizione energetica ma anche alla transizione sociale. Serve un Patto che possa garantire quella occupazione stabile e duratura sulla quale si regge gran parte del tessuto economico del comprensorio milazzese e della provincia»

Attenzione alta anche all’aspetto occupazionale con un passaggio legato ai lavoratori che, ancora, sono rimasti fuori dal ciclo produttivo. «Considerato l’importante investimento per il 2022 – auspicano Mastroeni, Alibrandi e Tripodi – siamo fiduciosi affinché i lavoratori rimasti fuori dal ciclo produttivo dopo il cambio appalto ex Sicem possano tornare al lavoro prima possibile».

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