Teatro Vittorio Emanuele: presentata la stagione teatrale 2022-2023

Messina –

Un programma ricco, composto da ben 16 titoli, a cui si aggiunge l’immancabile Concerto di Capodanno, con eventi internazionali e grandi protagonisti del panorama teatrale italiano. Un’ampia varietà di proposte fra autori classici o contemporanei. Un cartellone che accoglierà il pubblico da dicembre 2022 a maggio 2023 e che vedrà protagonista anche l’opera lirica, con produzioni dell’Ente.

«Siamo consapevoli – dichiara il presidente Orazio Miloro – che oggi più che mai Messina ha bisogno di un Teatro in grande forma. In questi tre anni abbiamo lavorato per superare serie difficoltà di carattere economico-gestionali e strutturali, dovute sia alle contingenze del momento che a questioni di “profonda trascuratezza” datate nel tempo, affrontate con determinazione e con grande discrezione, arrivando ad offrire, anche quest’anno, una stagione “sostenibile” e “credibile”. E’ proprio vero: l’arte fiorisce dove ci sono difficoltà. Sono soddisfatto di questa stagione – conclude Miloro – e spero insieme a noi lo siano anche i nostri concittadini, e lo sono ancor di più vedendo lo slancio del Vittorio Emanuele verso un futuro positivo, con un’inversione di tendenza che guarda tanto al pubblico fidelizzato ma anche, e soprattutto, alle nuove generazioni che devono sentirsi coinvolte e protagoniste nel Teatro della città».

«A conclusione del mandato – dichiara il sovrintendente Gianfranco Scoglio –  sono soddisfatto del programma della stagione, oggi presentato, poiché questo come i precedenti, coniuga il passaggio dalla tradizione alla contemporaneità con l’obiettivo di incuriosire il pubblico rappresentando valori e temi che appartengono a ciascuno di noi. Sono temi di riflessione dedicati all’essere e non all’apparire. Un ringraziamento sentito – conclude Scoglio – desidero esprimere al Sindaco della Città che da sempre ci ha supportati, al presidente Orazio Miloro, ai componenti del C.d.A. Giuseppe Ministeri e Nino Principato, al Collegio dei Revisori Cacciola, Carrello e Coniglio, ai Direttori Artistici Simona Celi Zanetti e Matteo Pappalardo per la passione, la competenza e la sensibilità con i quali ci hanno supportati, ai Professori di orchestra ed ai dipendenti tecnici ed amministrativi che hanno reso possibile l’attività teatrale».

«Oggi – dichiara il consigliere Giuseppe Ministeri – è una giornata importante per la nostra Città: il Teatro Vittorio Emanuele torna protagonista presentando la propria Stagione, che conta alcuni appuntamenti in dicembre per poi svilupparsi da gennaio in poi. Una programmazione ampia, variegata, che punta a intercettare storici e nuovi abbonati, i quali potranno orientarsi su ben sedici appuntamenti, oltre al Concerto di Capodanno. Un’offerta che potrà anche essere ulteriormente arricchita prossimamente: penso alla musica sinfonica, ai più piccini, ad un altro titolo d’opera, al Jazz, alla Laudamo. Tutto ciò – conclude Ministeri – con una rinnovata attenzione agli aspetti amministravi-contabili che questa Amministrazione ha particolarmente curato, ricostituendo una condotta virtuosa, nel segno dell’oculatezza, e che adesso consente di guardare al futuro con ragionevole ottimismo. Un futuro, siamo certi, con il nostro Teatro “attore” principale delle dinamiche culturali (e non solo) del nostro territorio.

Stagione 2022/2023

Viaggio attraverso i desideri e le paure dell’individuo tra passato e presente

Il cartellone di prosa proposto per la stagione 2022/23 affronta, talvolta in chiave ironica ed umoristica altre volte con drammaticità i temi della solitudine, della paura del diverso all’interno della famiglia e più in generale della società, ed al contempo mostra le luci del coraggio e della determinazione dell’individuo nel lottare per i propri ideali.

Ipocrisia, prevaricazione, competitività, ricatti, inganni, invidia, prevalenza dell’apparire sull’essere sono in fondo le ombre della società contemporanea, come di quella passata, mentre il coraggio, il desiderio di libertà e di verità ne rappresentano le luci.

Tutti questi elementi costituiscono il filo conduttore della stagione proposta perché presenti in ogni spettacolo.

Un ruolo importante riveste la donna, protagonista di quasi tutti gli spettacoli in stagione, rappresentata in tutta la sua forza e nella sua fragilità.

 1) “Amori e sapori nelle cucine del Gattopardo”, 20, 21 e 22 gennaio nato da un’idea della direttrice artistica Simona Celi, coprodotta dal Teatro di Messina e dalla Contrada di Trieste, per la regia di Nadia Baldi con Tosca D’Aquino, Giampiero Ingrassia, Giancarlo Ratti, Enzo De Rosa e Francesco Paolo Ferrara e con l’esordio di un giovane attore messinese Tommaso D’Alia.

L’opera ispirata alla Sicilia dell’ottocento si svolge in chiave contemporanea e mette in luce con grande ironia e sarcasmo la sfida tra due cuochi, fatta non solo di piatti succulenti ma di ripicche e ricatti per ingraziarsi i favori del potente padrone di casa Don Fabrizio

2) Mine Vaganti 27, 28 e 29 gennaio di e con la regia di Ferzan OzpeteK con Francesco Pannofino, Iaia Forte, Edoardo Purgatori, Carmine Recano e Simona Marchini.

Riduzione teatrale del film di successo a differenza da questo è ambientato in una cittadina tipo Gragnano, in una piccola comunità alto borghese mette in luce il rifiuto del capo famiglia di accettare la diversità delle scelte sessuali dei propri figli per l’incapacità di adeguarsi al cambiamento sociale preferendo l’apparenza all’essere ma alla fine la verità prevale.

3) “Come tu mi vuoi” 3, 4 e 5 febbraio di Lugi Pirandello per la regìa di Luca De Fusco con Lucia Lavia

Ricorrono i temi più tipici del tratto pirandelliano: la ricerca della verità, mai univoca e sempre inafferrabile dai suoi personaggi. Lo spettatore non capisce chi sia la stessa Ignota, che diventa Lucia solo quando lei lo desidera e lascia che gli altri lo credano.

Scatta così l’immedesimazione e l’inevitabile riflessione sulla capacità di ciascuno di potersi rappresentare nella società in modo diverso da come è intimamente nella propria coscienza. La riflessione diventa ancora più profonda nel domandarsi se ne valga davvero la pena e se ciò che si smussa del proprio carattere possa essere realmente ripagato dall’amore degli altri.

La risposta di Pirandello si impone chiara, come nel Berretto a sonagli: «dica la verità, signora, e tutti la prenderanno per pazza, ma almeno sarà libera». Una verità che per il grande drammaturgo siciliano non può appartenere al regno del compromesso, ma che tuttavia può rendersi scudo malleabile all’occorrenza, docile alla volontà di cui saprà usarla per farsi beffe dei manipolatori. Il tema dell’opera è la differenza tra l’essere e l’apparire ed il contrasto tra l’ipocrisia e la trasparenza.

 4) “Lisistrata” 10, 11 e 12 febbraio, regìa di Ugo Chiti con Amanda Sandrelli

Lisistrata è un’opera di una modernità impressionante, Aristofane qui pone le donne sullo stesso piano degli uomini inneggiando all’isonomia. È un riscatto di genere, o meglio una vera e propria guerra tra i generi, animata dall’intenzione più nobile: ristabilire la quiete e la tranquillità. Questa commedia è il primo testo oggi noto che tratti il tema dell’emancipazione femminile, non solo tramite il lamento patetico (a questo avevano già pensato le tragedie, una per tutte la Medea di Euripide), ma attraverso una fattiva collaborazione tra donne, anche di diverse città, che appaiono qui più che mai consce delle loro possibilità nell’imporre la propria volontà agli uomini.

È un gesto di ribellione contro la violenza e la prevaricazione e la conclamazione della capacità e dell’intelligenza delle donne.

5) “Il Padre della Sposa” 10, 11 e 12 marzo, regia di Gianluca Guidi con Gianfranco Iannuzzo e Barbara De Rossi

Riduzione teatrale del celebre film è una commedia brillante con contenuti sentimentali mette in luce la paura di un padre di perdere la figlia, di non poterla più proteggere e quindi la paura del nido vuoto.

Allo stesso tempo il padre ha la consapevolezza di doverla lasciare andare perché la più grande prova d’amore è quella di consentire l’esercizio della libertà di scelta e di vivere la vita.

6) “Il Nodo” 15, 16 e 17 marzo, regìa di Serena Sinigallia con Ambra Angiolini ed Arianna Scommegna

Spettacolo molto intenso che tratta il tema del bullismo altro dramma della società contemporanea e che fa riflettere sulle ragioni intime che lo generano e sulle responsabilità educative dei genitori e della scuola nei confronti dei ragazzi.

Di chi è la colpa se i figli si trasformano in vittime o carnefici.

7) “Quasi Amici” 24, 25 e 26 marzo, regia di Alberto Ferrari con Massimo Ghini e Paolo Ruffini

Anche questa è la riduzione teatrale di un film francese di successo.

Racconta la storia di un’amicizia vera, ambientata nel mondo reale eppure surreale per molti aspetti. Soprattutto, è il racconto della crescita di un’amicizia nata per opportunismo, per sfruttarsi reciprocamente, salvo poi durare per 10 anni di convivenza più o meno forzata.

In definitiva, Quasi Amici è una favola atipica moderna che ha il merito di raccontare il disagio sociale di chi non si sente libero di fare delle scelte e di chi pur avendo apparentemente tutto non possiede nulla. Queste due realtà si specchiano l’una con l’altra che, compenetrandosi, mettono in piedi un gigantesco affresco emotivo.

la conferenza stampa

8) “Una Compagnia di Pazzi” 31 marzo, 1 e 2 aprile regia di Antonio Grosso con Antonello Pascale, Francesco Nannarelli, Joele Rotini, Gaspare Di Stefano e Natale Russo

È ambientato in un manicomio in dismissione diretto da un uomo senza un minimo di umanità.

Uno spettacolo che tratta un tema forte con la solita ironia che caratterizza oramai da anni gli spettacoli di Antonio Grosso. La compagnia è la stessa che ha portato per anni in giro, nei migliori teatri italiani, lo spettacolo diventato un cult, Minchia Signor tenente.

Il sogno della libertà prevale sulla crudeltà con cui i cosiddetti “sani di mente” tentano di prevaricare i cosiddetti diversi.

9) Manola 14, 15 e 16 aprile, regia di Leo Muscato con Nancy Brilli e Chiara Noschese

Una maratona commovente, che svela l’intimità femminile in tutte le sue sfumature.

Odio ed amore di due sorelle gemelle in contrasto fin da prima della nascita, si raccontano a Manola, terapeuta dell’occulto, che altro non è se non il pubblico, dal quale pretendono attenzione e comprensione. Il linguaggio comico, colto e gergale, alto e basso si alterna come nella realtà, per raccontare una tragedia contemporanea, in chiave di commedia esilarante.

10) “Zorro” 28, 29 e 30 aprile, diretto ed interpretato da Sergio Castellitto

Un vagabondo che ripercorre la storia della sua vita e delle scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada e nel mentre riflette sul significato della vita. Un uomo ai margini della società capace di vedere la realtà osservando la vita delle persone “normali”.

“Zorro mi ha aiutato a stanare un timore che da qualche parte appartiene a tutti. Perché dentro ognuno di noi, inconfessata, incappucciata, c’è questa estrema possibilità: perdere improvvisamente i fili, le zavorre che ci tengono ancorati al mondo regolare. Chi di noi in una notte di strozzatura d’anima, bavero alzato sotto un portico, non ha sentito verso quel corpo, quel sacco di fagotti con un uomo dentro, una possibilità di se stesso? I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che non hanno, ma anche di tutto ciò che ci manca. Perché forse ci manca quell’andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare perplesso, magari losco, eppure così naturale, così necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell’orologio” Sergio Castellitto

11) “Perfetti Sconosciuti” 9, 10 e 11 maggio, regia di Paolo Genovese con Paolo Calabresi

Anche questa è la riduzione teatrale del celebre film.

Ognuno di noi ha tre vite una pubblica, una privata ed una segreta.

Questa è una brillante commedia sull’amicizia sull’amore e sul tradimento che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e scoprire di essere perfetti sconosciuti attraverso il gioco della verità svelando i propri segreti più profondi.

Tosca 24 e 26 febbraio, regìa di Carlo Antonio De Lucia, direttore Carlo Palleschi, Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele

Tosca” è un’opera divisa in tre atti, che conta tre personaggi principali: Floria Tosca, Mario Cavaradossi e il barone Scarpia.

Nel personaggio di Tosca (soprano) troviamo un concentrato di vitalità, giovinezza, passione e soprattutto gelosia; è caratterizzata da una forte personalità. Cavaradossi (tenore) è la rappresentazione del giovane liberale e rivoluzionario, ma allo stesso tempo è fortemente innamorato di Tosca. Scarpia (baritono) rappresenta l’arroganza del potere, la lussuria e la perfidia umana; è un ricattatore che approfitta di tutto per raggiungere i propri scopi e lo fa con ogni mezzo; anche lui desidera Tosca, ma il suo è solo un capriccio fisico. La trama si svolge a Roma nel 1798, periodo delle guerre napoleoniche, durante il quale si formano due fazioni: i rivoluzionari, che sperano in una vittoria di Napoleone (con il desiderio che Roma torni ad essere di nuovo una repubblica) e i seguaci del papa, che chiede aiuto al re di Napoli per scongiurare l’evento. Il primo atto si apre con la comparsa di Cesare Angelotti, un ex console della repubblica romana, il quale si rifugia nella chiesa dove Mario Cavaradossi sta dipingendo. Riconoscendo in Mario un suo amico, gli racconta di essere scappato di prigione e gli chiede aiuto; il pittore accetta di aiutarlo e lo fa nascondere a casa sua. Nel mentre arriva Tosca e mostra subito il suo amore per Mario, ma anche la sua gelosia, che la farà cadere nelle grinfie di Scarpia. Il barone infatti, che stava cercando Angelotti, fa credere a Tosca che Mario la sta tradendo; la donna, accecata dalla gelosia, si reca a casa del pittore (seguita inconsapevolmente dalle guardie di Scarpia, che lo arrestano). Il secondo atto si svolge a palazzo Farnese. Scarpia sta cenando nelle sue stanze, quando le guardie gli portano Cavaradossi e, dal momento che Angelotti non è stato trovato, il barone lo fa torturare per avere informazioni. Intanto arriva Tosca che, sentendo le grida di dolore del suo amante, per salvarlo rivela a Scarpia il nascondiglio di Angelotti. Mario viene condannato a morte con l’accusa di essere complice di un fuggitivo. Tosca disperata scongiura Scarpia di salvare Mario e in cambio acconsente di darsi a lui per una notte. Il barone fa credere alla ragazza che la fucilazione sarà simulata; rimasti soli, Tosca, presa dall’odio, afferra un coltello e lo pugnala. Nel terzo atto la scena ha luogo a Castel Sant’Angelo, dove è richiuso Mario in attesa della fucilazione. Tra le lacrime il pittore cerca di scrivere una lettera alla sua amata; in quel momento arriva Tosca e gli dice che la fucilazione sarà simulata. Giunta l’ora dell’esecuzione, Tosca aspetta che siano andati via tutti per andare da Mario ma, quando lo trova morto veramente, presa dalla disperazione, si getta dagli spalti di Castel Sant’Angelo.

Nell’ambito della programmazione verrà rappresentata il 7 e 8 gennaio “Scatola – ossessioni da Asporto” regia di Valerio Vella ispirata dal film “The Wall”.

Rappresenta il fallimento della modernità (spazzatura che avvelena il mondo) e della globalizzazione (androidi burattini) abbrutita dal consumismo, dall’incomunicabilità e dalla prevaricazione trasfigurata in una realtà nella quale la follia sembra essere l’unica risposta possibile. “Scatola” è l’emblema di un percorso a ritroso tipico del decadentismo di fine ottocento che si traduce nella geometria della televisione capace si soddisfare i bisogni dell’uomo ignaro di trovarsi di fronte al balcone di futuri tiranni. Dall’immagine allo specchio che svela il volto dell’uomo di fronte alle sue infinite maschere tipica della dialettica pirandelliana tra vita e forma.

Una performance composita nella quale recitazione, danza e musica si mescolano in uno spettacolo che vede l’attore messinese Elio Crifò calato in un monologo profondo e avvincente e sei danzatrici che muovono e danno forma alle angosce del protagonista. I balletti di modern e contemporaneo sono eseguiti dalla Compagnia di danza “Marvan Dance” diretta da Mariangela Bonanno che con Alice Rella e Giorgia Di Giovanni ne firma le coreografie.

Lo spettacolo ha debuttato il 5 settembre scorso a Taormina e coniuga in chiave contemporanea i temi che caratterizzano la nostra stagione.

Il 10 dicembre sarà al Teatro Vittorio Emanuele il comico “Max Angioni” con il suo ultimissimo spettacolo “Miracolato”;

Il 17 dicembre sarà la volta di un grande evento internazionale con la presenza a Messina della cantante “Amii Stewart”.

Nel periodo natalizio – 21 dicembre – in scena i “Nemiah H. Brown & Faith Gospel Choir” un gospel natalizio di grande successo internazionale.

Sempre nel periodo natalizio come ogni anno si terrà l’1 gennaio 2023 il classico “Concerto di Capodanno” con l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele diretta dal M° Matthias Fletzberger.

Altro evento internazionale è il 22 aprile 2023 “Pink Floyd – Laser Show” con la partecipazione di Gary Wallis (percussionista), Scott Page (sassofonista) e Machan Taylor (corista) del celebre gruppo dei Pink Floyd.

Gianfranco Scoglio

Sovrintendente

Qualis eligere