Il Ponte San Leonardo

Termini Imerese (PA) – Il Ponte di S. Leonardo chiamato così dall’omonimo fiume che lo attraversa fu edificato nel 1723 sotto il regno di Carlo VI d’Asburgo. L’ardito monumento a una sola arcata centrale e due minori, a schiena d’asino e con due rampe laterali perpendicolari al suo asse fu innalzato dopo che sullo stesso corso ne erano stati costruiti altri sei. Il ponte termitano dell’architetto regio Agatino Daidone (1662-1724) a buon diritto, può essere considerato il suo testamento spirituale. L’audace costruzione ebbe principalmente lo scopo di rendere la struttura sicura nei confronti delle esondazioni del fiume, grazie agli alti piloni che davano slancio alle strutture, associati all’utilizzo di una grande arcata a tutto sesto.

Tale costruzione resa più possente e solida, fu ornata al culmine da un altorilievo scolpito nella pietra calcarenitica, ormai molto rovinato dagli agenti atmosferici, pertanto divenuto scarsamente leggibile. L’ornamento ritraeva una figura umana dormiente, collocata sulla sommità dell’arcata principale del ponte con una breve iscrizione: “Secura quiete”. Questa figura allegorica simboleggiava la sicurezza, la tranquillità e la garanzia ai numerosi viaggiatori che avrebbero oltrepassato il Ponte. L’attuazione di quest’opera architettonica, una tra le migliori conservati nell’Isola, oltre al suo reale utilizzo, cioè l’attraversamento del fiume omonimo, divenne anche per la sua intrinseca e armonica eleganza, il segno distintivo sia del geniale architetto xibetano che la ideò, sia della potenza e della magnificenza perpetua della Casata regnante degli Asburgo.

La caratteristica bellezza del manufatto settecentesco era inoltre messa in risalto dalla tipica rappresentazione pittorica a fresco con scene boscherecce, ormai non più esistente, ma che sono testimoniate da Francesco Maria Emanuele Marchese di Villabianca, nel suo manoscritto della Biblioteca Comunale di Palermo “Ponti sui fiumi della Sicilia” redatto all’inizio degli anni Novanta del XVIII secolo. E sempre il Villabianca, riporta integralmente nel suo manoscritto soltanto il testo dell’iscrizione gratulatoria apposta sul piedritto di levante.

Nell’iscrizione posta a ponente si specifica che anteriormente alla costruzione di questo ponte a tutto sesto, sul corso del fiume ne erano esistiti altri sei. Di tali ponti non rimane più traccia alcuna, tranne il quattrocentesco “Ponte Vecchio” sito a monte di quello attuale, non lontano dal viadotto autostradale del “Ponte Sicilia”. Di tale ponte, originariamente a sesto acuto, rimangono oggi soltanto poche rovine nelle quali è ben evidente un intervento di ripristino seicentesco.

È evidente che tutti questi ponti crollati erano stati realizzati a più arcate ed erano stati travolti e distrutti da eventi alluvionali legati a piene eccezionali e spesso improvvise. Nel 1723 lo stesso anno in cui il Daidone attendeva alla costruzione del Ponte, egli presentava presso l’Accademia dei Geniali, un dottissimo discorso, malauguratamente non pervenutoci, sulla compatibilità tra le regole dell’Architettura e quelle della Musica.

Tale coincidenza, induce a ritenere, che le rispondenze tra le regole architettoniche e quelle musicali siano state trasposte dal geniale ingegnere nella fabbrica del ponte sul fiume San Leonardo. Colpisce, infatti, la singolare forma della decorazione posta sulla sommità dell’estradosso del grande arco a tutto sesto e che richiama certe particolarità degli strumenti musicali a corda. Queste corrispondenze, che il sottoscritto ha già evidenziato, dimostrano quanto quest’opera sia stata sinora poco studiata e quante sorprese potrebbe restituirci. Al giorno d′oggi Il corso d’acqua è sbarrato a circa sei chilometri dalla foce, dalla diga Rosamarina che ha dato vita a un lago artificiale, modificando totalmente il regime idrico del settore a valle.

Sitografia:

Giuseppe Longo, 2010 -Il ponte di San Leonardo una delle meraviglie siciliane”- Sicilia Tempo anno XLVIII n.472 luglio, 14-17.

Giuseppe Longo

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