Fiom, Fim, Uilm incontrano il prefetto dopo l’incidente mortale sul lavoro

“Tante le emergenze affrontate: dal protocollo legalità e sicurezza alla necessità di altre navi intere da costruire per garantire i livelli di occupazione”

Palermo – Primo incontro in Prefettura tra i sindacati dei metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm e la nuova prefetta di Palermo Maria Teresa Cucinotta.  

    La riunione era stata chiesta da Fiom e Uilm e Cgil e Uil all’indomani della morte dell’operaio dell’indotto Fincantieri Angelo Salamone di Palermo, per la sigla di un protocollo per la salute e la sicurezza e la costituzione di un tavolo di monitoraggio con cadenza semestrale. La prefetta ha convocato i segretari generali di categoria Francesco Foti per la Fiom Palermo, Antonio Nobile per la Fim e per la segreteria Uilm Giovanni Gerbino.

“Ringraziamo la prefettura per averci tempestivamente convocati. La prefetta Cucinotta, per la sua esperienza negli anni passati a Palermo, conosce bene, per averla seguita da vicino, le vertenze del 2011 e 2012 per la mancanza di commesse al cantiere navale – dichiarano Francesco Foti, Antonio Nobile e Giovanni Gerbino per Fiom, Fim, Uilm – Abbiamo rappresentato  l’importanza di formalizzare un protocollo sulla legalità e sulla sicurezza per evitare ulteriori tragedie all’interno del cantiere navale, per  rafforzare le attuali misure di prevenzione e formazione sia per i dipendenti diretti ma soprattutto per quelli dell’indotto.

Inoltre,  abbiamo fatto una panoramica dello stato dell’arte  dello stabilimento di Palermo, a cominciare dalla mission produttiva e quindi dall’esigenza di avere, come tutti gli altri cantieri italiani, navi intere da costruire, essendo questa l’attività produttiva che genera i livelli più alti di occupazione”.  

   “Il cantiere navale sta per completare la nave anfibia per il Qatar. Che sia stata affidata una nave intera da costruire a Palermo è dovuto al fatto che le lavorazioni non mancano a Fincantieri. E, non avendo altri cantieri al Nord disponibili, ha affidato la nave militare a noi – aggiungono Foti, Nobile e Gerbino –  Al prefetto Cucinotta abbiamo spiegato che è fondamentale per noi che ci sia la continuità di navi intere da costruire, insieme alle assegnazioni di riparazioni e  trasformazioni navali,  che in questo momento mancano del tutto. Tanto che il bacino da 400 mila tonnellate, il secondo più grande d’Europa, attualmente è vuoto. Mentre alcune commesse di riparazioni sono state destinate al cantiere di Trieste ed è paradossale che le attività vengano svolte da dipendenti diretti e dell’indotto mandati da Palermo in trasferta”.

    Attualmente le lavorazioni riguardano tronconi e sezioni di nave, che poi saranno trasferiti nei vari cantieri del nord per essere assemblate. “Si tratta di lavoro povero, opere di saldatura e carpenteria – dicono i segretari dei sindacati metalmeccanici palermitani – Per la costruzione o la trasformazione di un’intera nave vengono impiegate tutte le professionalità:  elettricisti,  condizionatoristi,  arredatori,  meccanici navali –  E all’orizzonte c’è il traghetto che la regione siciliana ha finanziato e Fincantieri ha acquisito con un bando di gara. Questo traghetto abbiamo ribadito che deve essere costruito al cantiere navale di Palermo”.

Altro argomento affrontato: il bacino da 150 mila tonnellate. I sindacati hanno riferito del grande lavoro fatto dall’Autorità portuale di Palermo, che domani è impegnata nell’iniziativa “Noi, il Mediterraneo”, e in cui si parlerà dei lavori propedeutici per il completamento del bacino.  

“Abbiamo anche riferito della totale assenza della Regione siciliana, che nel governo precedente non è stata parte attiva nella programmazione di investimenti per lo sviluppo del cantiere- proseguono Foti, Nobile e Gerbino –  Abbiamo ribadito l’importanza del cantiere navale non solo per la città di Palermo ma per tutta la regione  essendo l’unica grande fabbrica rimasta a Palermo. E quindi non va solo  difesa ma rilanciata. E  ogni istituzione deve fare la propria parte”.

   “Il prefetto ha raccolto le nostre istanze – concludono Fiom, Fim e Uilm – e apprezziamo la sensibilità dimostrata nei confronti dell’operaio vittima di un infortunio sul lavoro e la disponibilità a riconvocarci subito dopo le feste. A gennaio ci rivedremo”.  

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