Bruxelles – «L’Europa deve sostenere i pescatori veneti». Con una interrogazione alla Commissione, Gianantonio Da Re, europarlamentare trevigiano della Lega e membro del gruppo Identità e Democrazia, ha voluto richiamare l’attenzione nei confronti di uno dei comparti più importanti per il Veneto. Da Re, che è anche membro della Commissione permanente Envi (che si occupa, fra il resto, della sicurezza alimentare), ha chiesto che vengano adottati tutti gli strumenti finanziari necessari a sostenere il comparto, pesantemente penalizzato prima dalle conseguenze della pandemia, poi dall’aumento dei prezzi del carburante. L’europarlamentare ha espresso la propria preoccupazione dopo la lettura della bozza del piano d’azione in cui si afferma che “é urgente intensificare gli sforzi per invertire il declino degli ecosistemi marini anche attraverso una gestione della pesca più sostenibile e moderna”.
«La Commissione dice di voler responsabilizzare e accompagnare i nostri pescatori verso pratiche di pesca meno dannose per gli ecosistemi marini, verso un futuro più sostenibile dal punto di vista ambientale e quindi anche sociale e più economicamente sostenibile – ha spiegato Da Re -. Mi chiedo quali siano gli strumenti finanziari messi a disposizione per raggiungere questo obiettivo. Servono già oggi aiuti concreti, anche solo per riprendersi dagli ultimi due anni».
Stando al report del 2022 di Veneto Agricoltura, la nostra regione conta complessivamente 655 pescherecci attivi, che rappresentano il 5,4% dell’intera flotta italiana a cui si associa una numerosa flotta di pescherecci (circa 850 unità) dediti alla pesca e all’acquacoltura nelle acque dolci e quelle salmastre lagunari con un numero di addetti attivi nella filiera ittica di circa 7.889 unità. «Appare quindi evidente l’importanza del settore nell’economia veneta – conclude Da Re – . Le imprese ittiche devono poter contare su supporti economici effettivi e concreti per fare fronte alle intenzioni di Bruxelles».