Osservatori Ust Cisl Rg Sr, in provincia di Ragusa sono in calo le ore di cassa integrazione ma il suo utilizzo risulta ancora molto elevato

La segretaria generale Carasi: “E dopo lo sblocco dei licenziamenti

in aumento sul territorio ibleo le cessazioni dei rapporti di lavoro”

Ragusa – “I dati Cisl pubblicati in questi ultimi giorni relativi ai due osservatori cassa integrazione e precariato vanno letti con attenzione. Anche con riferimento alla provincia di Ragusa”. Lo dichiara il segretario generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, evidenziando che le ore di cassa integrazione sono in calo “ma l’utilizzo è ancora molto elevato, soprattutto nei tre ambiti del commercio, degli alberghi e ristoranti, delle attività immobiliari, di noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese, settori che assorbono la stragrande maggioranza delle ore autorizzate a settembre di cassa covid”.

“Questo dato – prosegue Carasi – va letto insieme a quello registrato dall’Osservatorio precariato, che ci informa che a luglio, primo mese di sblocco dei licenziamenti almeno per una parte delle attività produttive, sono aumentate del 25%, sul territorio ibleo, le cessazioni dei rapporti di lavoro. Parliamo di qualcosa come 110 licenziamenti. Tale quadro invita ad essere molto prudenti quando si parla di ripresa”. Allo stesso tempo si rileva che lo stesso Osservatorio precariato registra un buon saldo positivo (+ 80) delle assunzioni, sempre in provincia di Ragusa, “ma è evidente – precisa l’esponente della Cisl – che, nonostante la “normalizzazione” in corso con la riapertura oramai totale, sono molte le attività che ancora non riescono a riprendersi. Ecco perché, a livello nazionale, la Cisl ha chiesto di modificare la norma del recente decreto fisco-lavoro stabilendo che il divieto di licenziamento fino al 31 dicembre sia un divieto assoluto, e non legato all’utilizzo delle nuove settimane di cassa covid.

Occorre accelerare la definizione della nuova riforma degli ammortizzatori sociali, adeguatamente finanziata, da collegare strettamente alle politiche attive del lavoro, perché da gennaio, con la fine della cassa covid, datori di lavoro e lavoratori possano avere strumenti adeguati tesi ad affrontare le persistenti difficoltà. Non dobbiamo nasconderci dietro un dito. La crisi è destinata a durare ancora a lungo. Con gli strumenti adeguati, però, possiamo cercare di contenerla. E, soprattutto, possiamo cercare di evitare quei fenomeni distorsivi che drogano il mercato del lavoro anche nella nostra provincia”.

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