Ospedale Paterno’ Arezzo. Il filo della cura diventa il filo della preghiera per la pace

Ragusa – Il filo della cura, l’iniziativa avviata dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa in collaborazione con l’hospice dell’ospedale Maria Paternò Arezzo, ieri, primo giorno di Quaresima, è diventata il filo della preghiera per la pace in sintonia con le iniziative della Diocesi e la marcia contro la guerra tenutasi in serata da piazza San Giovanni sino a piazza del Popolo. Nel contesto di una giornata intensa e ricca di emozioni, merita rilievo la bandiera ucraina realizzata dalla straordinaria paziente Santina del reparto hospice. Dice Stefania Antoci, segretaria dell’ufficio diocesano: “Scambiatevi il dono della pace: mai frase più bella e più sentita durante il mercoledì delle Ceneri che ieri si è fatto portavoce di un messaggio di amore e di apertura ad un cuore nuovo, un cuore di speranza e di solidarietà verso chi soffre. In particolar modo la nostra vicinanza vuole rivolgersi ai due popoli che in queste settimane sono vittime di uno scontro spietato, che non vede il cuore delle persone, dell’umanità, della gente fragile. Uno scontro che vede solo le armi e il potere e purtroppo questo ci allontana dal vero senso della vita: le conquiste non avvengono attraverso i conflitti ma attraverso l’ascolto reciproco. È questo uno dei messaggi inviati dalla signora Santina attraverso la realizzazione delle mattonelle gialle e blu, per esprimere solidarietà e vicinanza al popolo ucraino, un invito lanciato nei giorni scorsi dalle “Mamme delle coperte di Modica” e da diverse associazioni del territorio per intessere una grande coperta con i colori della bandiera ucraina e scongiurare la pace, unica arma per sconfiggere il più terribile dei nemici: l’odio”. “Ringrazio Stefania ma anche Antonella Battaglia, vicedirettore dell’ufficio diocesano e responsabile dell’hospice – dice il direttore della Pastorale della salute, il sacerdote Giorgio Occhipinti – per avere saputo cogliere al meglio un messaggio ancora più significativo in queste drammatiche giornate segnate dalla guerra”.

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