Ast, ritardi negli stipendi dei lavoratori del servizio di igiene e sanificazione della Zenith

Da qualche giorno percepite le mensilità di gennaio, dopo una diffida inviata dalla Filcams all’azienda

Palermo – Hanno percepito solo da pochi giorni lo stipendio di gennaio, quando già era maturato quello di febbraio. I lavoratori della Zenith Services Group Spa, che fornisce all’Ast i servizi di pulizia e sanificazione di uffici, rimesse, rifornimento e parcheggi, sono in fermento.

L’Azienda Siciliana Trasporti, che fa capo all’assessorato regionale Infrastrutture e Mobilità, è stata travolta a febbraio da un’indagine della Guardia di Finanza per corruzione e truffa. E dopo l’arresto del direttore generale, è rimasta senza il suo vertice. Il terremoto giudiziario ha acceso i riflettori sulle sorti dell’azienda. Ma a vivere il disagio sono anche i lavoratori.

“L’Ast in questo momento, di fatto, è senza una guida. E con l’indagine in corso, è tutto bloccato. Temiamo ripercussioni gravi sugli stipendi dei dipendenti diretti dell’Ast, che già viaggiano in ritardo – denunciano il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e Manlio Mandalari, della Filcams Cgil Palermo – Vogliamo alzare l’attenzione , in particolare, sui dipendenti dell’azienda in appalto che garantisce i servizi di pulizia e sanificazione.

Lavoratori che hanno subito già tante volte disagi di natura economica e retributiva. L’azienda Zenith Service Group Spa ha da sempre avuto problemi nel pagamento degli stipendi, procedendo mensilmente con acconti e saldi, perché sembrerebbe vantare crediti per 400 mila euro di fatture non pagate in passato, sia nel territorio di Palermo e Trapani, che negli altri in cui l’azienda ha ottenuto l’affidamento del servizio”.

La Filcams ha inviato una lettera di diffida alla Zenith Services Group, all’Ast e per conoscenza agli assessorati competenti della Regione, sollecitando un confronto urgente e “non più rinviabile” per avere garanzie sul pagamento regolare delle mensilità ed esprimendo grande allarme per la sorte dei lavoratori. Lettera fino ad oggi rimasta inevasa.

“Anche se l’azienda ha le sue difficoltà con l’ente appaltante e in passato, quando è stato necessario, abbiamo fatto le nostre rivendicazioni e proclamato stati di agitazione, arrivando anche allo sciopero, abbiamo sempre fatto presente che tutto questo attiene al rischio d’impresa. E non può gravare sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti e delle loro famiglie – aggiungono Aiello e Mandalari – L’alternativa, secondo la normativa vigente, è l’intervento sostitutivo da parte dell’ente appaltante, che può direttamente riconoscere ai lavoratori le quote di retribuzione mancante. E qui viene a galla l’altro problema: l’Ast di fatto si è sempre trincerata dietro il ritardo nell’erogazione dei fondi da parte della Regione”.

Nel frattempo è scaduto l’appalto. E, rifatta la gara, la commessa è stata aggiudicata alla stessa azienda. “Temiamo che con la paralisi giudiziaria si possano verificare ritardi nell’iter dell’affidamento della gara e ulteriori ritardi nell’erogazione degli stipendi – proseguono Aiello e Mandalari – I lavoratori si trovano in un limbo. A causa dell’indagine che ha travolto l’Ast, si è dato risalto agli aspetti giudiziari ma nessuno si è occupato del disagio di questi lavoratori che svolgono un servizio esternalizzato dall’azienda. Lavoratori che hanno sempre dato la loro disponibilità, sono stati sempre presenti, hanno sofferto in silenzio durante la pandemia. Il confronto con le parti non è più procrastinabile”.

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