Palamara, Bova e Morra: un incontro aperto al pubblico da non perdere

Il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, presenterà contemporaneamente “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato” di Marco Bova e “Lobby &Logge” di Luca Palamara

Palermo – Un incontro da non perdere, unico nel suo genere. Giovedì 25 agosto dalle ore 19 alle 20 a Palermo, nella centralissima piazzetta Bagnasco, il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, presenterà contemporaneamente “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato” di Marco Bova e “Lobby &Logge” di Luca Palamara e Alessandro Sallusti. L’evento, aperto al pubblico, rientra nella rassegna di presentazione dei libri che si svolgono in Piazzetta Bagnasco. Questa volta si tratta di un incontro fuori dagli schemi.

“Lobby & Logge” è l’ultimo libro di Luca Palamara e Alessandro Sallusti. All’interno, lo strato più profondo e misterioso del “sistema” di nomine della magistratura viene scoperchiato e messo a nudo nel nuovo libro intervista firmato dal direttore di “Libero” e dall’ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Ancora una volta, le rivelazioni sconvolgenti di Palamara e Sallusti smascherano un mondo parallelo dilaniato al suo interno da inconfessabili interessi, che agisce dietro le quinte, su binari di legalità formale, e si infiltra pericolosamente nelle crepe del sistema giudiziario.

L’ex magistrato e il giornalista affrontano i misteri del “dark web” del Sistema, la ragnatela oscura di logge e lobby che da sempre avviluppa imprenditori, faccendieri, politici, alti

funzionari statali, uomini delle forze dell’ordine e dei servizi segreti, giornalisti e, naturalmente, magistrati. Logge e lobby che decidono se avviare o affossare indagini e processi e che, come scrive Sallusti, “usano la magistratura e l’informazione per regolare conti, consumare vendette, puntare su obiettivi altrimenti irraggiungibili, fare affari e stabilire nomine propedeutiche ad altre e ancora maggiori utilità. Per cambiare, di fatto, il corso naturale e democratico delle cose”. Esiste davvero la “loggia Ungheria”, di cui farebbero o avrebbero fatto parte membri del Consiglio superiore della magistratura, imprenditori, generali della Finanza e dei Carabinieri, politici di primissimo piano? Perché, quando un faccendiere plurindagato e ben introdotto in troppe procure ne svela l’esistenza durante una deposizione, quel verbale finisce in un cassetto per due anni?

Un evento in presenza per ascoltare la voce di due protagonisti, il racconto al centro del Caso Palamara, l’inchiesta della Procura di Perugia che ha messo a nudo le pratiche lottizzatorie per le nomine ai vertici dei Tribunali italiani, che si è saldata a doppio filo con due storie giudiziarie partite dalla Sicilia: il Caso Amara e il Caso Montante, filoni giudiziari ancora aperti.

Al contempo Marco Bova, giornalista e videomaker, collaboratore di Agi e de IlFattoquotidiano.it, attraverso il suo libro cercherà di fare chiarezza sulla caccia al latitante più ricercato d’Italia: tre decenni di fallimenti in un’inchiesta clamorosa.

In questo libro, Marco Bova percorre nei dettagli ogni tentativo, ogni strada sbagliata, ogni inciampo. E mette in evidenza gli errori, le dispute e le gelosie interne, le interferenze, la mancanza di coordinamento e soprattutto i tentativi di affossare chi lavorava con impegno per la cattura. Dall’altra parte emerge una mafia in evoluzione, anzi già trasformatasi in una Cosa Nuova: i legami con la massoneria e con i «salotti buoni», le infiltrazioni nel mondo dell’alta finanza, gli interessi internazionali. Matteo Messina Denaro, erede della mafia rozza e brutale dei corleonesi, è il simbolo di questa mutazione. Che lo Stato non riesce e a volte non vuole comprendere. Che lo Stato non sa o non vuole arrestare.

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