18a giornata contro la tratta

Palermo – 18a giornata contro la tratta. Iniziativa al centro ItaStra delle Donne di Benin City. Nzirirane e Pisa, Cgil: “Fare rete. Servono diritti e risposte concrete per aiutare il reinserimento delle donne nigeriane”. 

Per la 18° giornata europea contro la tratta si terrà un’iniziativa presso la scuola di lingua italiana per stranieri  ItaStra, a piazza Sant’Antonino promossa dall’associazione Donne di Benin City. Il titolo dell’incontro è “Dopo la tratta: il difficile percorso di riappropriazione della vita”.  

  Un confronto tra le Donne di Benin City, le istituzioni, il sindacato e le associazioni per individuare una strategia di “rete” per il reinserimento al lavoro e nella vita delle donne vittime di tratta.  Saluti di Mari D’Agostino, direttrice di ItaStra, Rosi Pennino, assessora alle Politiche sociali, Osas Egbon, presidente Aps Donne di Benin City. Modera Bijou Nzirirane, responsabile ufficio migranti Cgil Palermo. Intervengono: Joy Alabi, Aps Donne di Benin City, Laura Nocilla, Casa dei diritti Comune di Palermo, Yodit Abraha, Onde Palermo, Enza Pisa, Cgil Palermo, Massimiliano Schirinzi, Università degli studi di Palermo, Dasililla de Oliveira Pecorella, della Consulta delle culture, l’avvocato Paola Mirto dell’associazione Mille colori e l’avvocato Lorenzo Falletta.    “In questi anni, con la mia esperienza con l’associazione Donne di Benin City,  ho visto come per le donne vittime di tratta è molto difficile ricominciare  dopo essere state tenute  in stato di schiavitù da una figura criminale. Si trovano all’improvviso senza mezzi di sostentamento.  La prima cosa che chiedono è un lavoro. Per le  donne appena uscite dalla tratta il percorso di emersione, senza una risposta concreta da parte delle istituzioni,  è impossibile.   Il 90 per cento di loro ha figli e pochissime trovano lavoro, sia per un problema di formazione professionale che di lingua. I lavori che si trovano sono per colf e badanti e o nei bar, con ritmi impossibili da sostenere per chi ha figli piccoli. La soluzione non può essere togliere i figli alle donne nigeriane. Le istituzioni, il Comune, l’Università, il sindacato e le associazioni, devono fare rete. Occorre un tavolo dove ragionare e capire da dove bisogna partire”.  Bijou Nzirirane sottolinea anche un’altra emergenza: “Moltissime donne uscite dalla tratta vengono a denunciare comportamenti di violenza da parte dei loro compagni. Come è possibile dare una seconda possibilità, una nuova chance, a queste donne che diventano anche vittime del loro compagno?”.

 “Dalla tratta si esce applicando tutti quei diritti e comportamenti degni di una città civile. Queste donne – aggiunge Enza Pisa, responsabile del coordinamento Donne Cgil Palermo – vivono una condizione di estrema marginalità. E deve loro essere garantito l’accesso alla sanità, all’istruzione, a percorsi sani di inserimento lavorativo. Solo così le donne in generale, e le donne di Benin City in particolare, possono conquistare una dignità e un’indipendenza economica che le metta in grado di decidere per sé.   Le istituzioni possono stringere alleanze con il sindacato e con tutto mondo delle associazioni, per attuare strategie di facilitazione all’inserimento lavorativo utilizzando i fondi a disposizione”.

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