Presentata la grande mostra che indaga la figura della Duchessa di Firenze immortalata da Agnolo Bronzino

Firenze – Si è aperta lo scorso sette febbraio a Palazzo Pitti, la Mostra dedicata a Eleonora di Toledo: “Eleonora di Toledo e l’invenzione della Corte dei Medici a Firenze”. Tesoro dei Granduchi, Palazzo Pitti, Firenze.

Agnolo Bronzino_Ritratto di Eleonora da Toledo, con il figlio Giovanni

«Apre il 7 febbraio al pubblico la più grande mostra mai dedicata ad Eleonora di Toledo, la “Gran signora del Cinquecento”: oltre 100 opere, con rilevanti prestiti internazionali, tra dipinti, disegni, arazzi, abiti, gioielli, pietre preziose racconteranno la vita, la personalità e l’esteso impatto culturale della duchessa di Firenze.

Moglie di Cosimo de’ Medici, che dopo la sua morte divenne Granduca, duchessa e reggente di Firenze, donna politicamente influente, vera e propria fondatrice del Giardino di Boboli per come oggi è conosciuto, ma anche icona di bellezza, Eleonora fu regina della moda e del costume del suo tempo, appassionata d’arte, scintillante (quanto raro) simbolo rinascimentale del potere e del carisma femminile. Figlia del viceré di Napoli, don Pedro de Toledo, Eleonora era dotata di straordinarie capacità organizzative e svolse un ruolo fondamentale nella costruzione della corte medicea, introducendo l’etichetta spagnola a Firenze, rivoluzionando la moda delle élite, contribuendo alla trasformazione del paesaggio toscano. Ambiziosa quanto il marito, con lui lavorerà per raggiungere importanti obiettivi: accrescere la stabilità dello Stato, garantire al primo figlio il trono e al secondo la porpora, innalzare Cosimo alla dignità granducale, traguardo raggiunto solo in seguito alla scomparsa di Eleonora, morta per tubercolosi all’età di soli quarant’anni.

La grande esposizione, organizzata dalle Gallerie degli Uffizi e curata dallo storico dell’arte e docente della New York University Florence Bruce Edelstein, è visibile dal 7 febbraio al 14 maggio nei sontuosi spazi del Tesoro dei Granduchi al piano terreno della reggia di Palazzo Pitti. La mostra si articola in sette sezioni che illustrano gli aspetti salienti della vita e del gusto della Duchessa: l’arrivo a Firenze e la nascita degli 11 figli; il rapporto con l’arte e la moda; l’amore per i giardini e la creazione di Boboli. Tra le opere centrali in mostra, oltre agli iconici ritratti di Eleonora e Cosimo I di mano del Bronzino, il Ritratto di Pedro de Toledo come cavaliere dell’ordine di Santiago, 1542, di Tiziano (dall’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera), il disegno per il monumento effimero a Giovanni delle Bande Nere di Niccolò Tribolo e la Giovane divinità fluviale di Pierino da Vinci, del 1548 circa, (dal Musée du Louvre); l’Arazzo della bottega di Nicolas Karcher, tessuto da un cartone di Francesco Salviati, e un abito femminile, eseguito dalla bottega di Agostino da Gubbio, probabilmente indossato da una delle damigelle di Eleonora quando fu ricevuta in Vaticano nel 1560 da Papa Pio IV (dal Museo Nazionale di Palazzo Reale di Pisa).

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Com’è ben noto la storia dei Medici a Firenze finì con una grande donna, Anna Maria Luisa de’ Medici, che il 31 ottobre 1737 firmò il Patto di Famiglia, affinchè i tesori artistici e culturali della dinastia non fossero venduti e dispersi nel mondo ma rimanessero in città e in Toscana. Non meno importante fu la sovrana che nel Cinquecento gettò le basi del principato, Eleonora di Toledo, il cui impegno ancor oggi determina il volto di Firenze: si pensi solo a Palazzo Vecchio riadattato e decorato da alcuni dei maggiori pittori dell’epoca per ospitare i suoi appartamenti e dove andò a vivere nel 1540; al Giardino di Boboli e a Palazzo Pitti, acquistati nel febbraio 1550 dalla duchessa con le proprie finanze e trasformati secondo i suoi personali ideali progettuali e da lei amministrati attivamente, da vera e propria manager del patrimonio.

Insieme a Vittoria Colonna, Eleonora fu altresì una delle grandi mecenati donne, non solo di artisti ma anche di letterati e filologi. Non solo. Come la duchessa di Mantova Isabella d’Este, anche la spagnola trapiantata a Firenze aveva un debole per l’abbigliamento e fu una vera e propria arbitra elegantiarum, quasi una Anna Wintour del periodo”».

Palazzo Pitti, Piazza de’ Pitti, 1 – Firenze

Info:

Tesoro dei Granduchi, Palazzo Pitti (7 febbraio – 16 maggio)

Curatela: Bruce Edelstein

Catalogo: edito da Sillabe

Info: www.uffizi.it

Giuseppe Longo

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