Riqualificazione e destinazione d’uso del retro porto di Catania.Ugl:“Sia l’Amministrazione che verrà ad esprimersi, ma serve una visione complessiva del territorio per evitare il caos”

Catania – “Sulla destinazione d’uso dell’intera area considerata nel retro porto di Catania ad esprimersi dovrà essere la nuova Amministrazione comunale. Soltanto una visione complessiva della città e delle emergenze legate alla riqualificazione di questa, come di altre zone limitrofe all’area portuale, oltre allo sviluppo delle diverse infrastrutture connesse ad una zona così strategica del centro cittadino, può contribuire ad evitare azioni frastagliate o in contraddizione tra loro.” Ad esprimere questo pensiero su un tema così delicato, tornato sulla ribalta mediatica in questi giorni con le notizie della possibile vendita all’asta dell’immobile ex mulino “Santa Lucia” e di alcuni progetti privati sui terrenti dell’ex “Italcementi”, è la Ugl di Catania che chiede al commissario straordinario del Comune di Catania di vigilare sull’eventuale rilascio di autorizzazioni da parte dell’ente. “Come organizzazione sindacale non abbiamo (e non possiamo di certo avere) nulla in contrario nei confronti dell’iniziativa privata, anzi siamo ben lieti quando il privato vuole investire sulla città creando occasioni di lavoro. Non abbiamo neanche la velleità di entrare nel merito dell’esame di questi soggetti che trasformano progettualità in opere, ritenendo che questo sia compito delle istituzioni preposte, ma siamo sempre attenti perché questi lavori siano improntati al massimo rispetto delle regole. Vogliamo soltanto – aggiungono dalla Ugl – che qualsiasi iniziativa volta alla valorizzazione del territorio sia pensata in assoluta armonia con ciò che la circonda ed in un’ottica funzionale rispetto all’intero complesso cittadino. Abbiamo letto ad esempio dell’ipotesi di un polo intermodale da realizzare proprio nel retro porto – aggiungono dal sindacato. Sarebbe stata possibilmente una buona idea se non ci fosse già in costruzione a pochi chilometri di distanza un’infrastruttura deputata a tale scopo, sulla quale da anni si stanno investendo ingenti risorse pubbliche. In questo caso il pubblico, oltre a dover difendere la propria visione di intermodalità sulla quale ha speso soldi dei cittadini, non dovrebbe avallare valutazioni diverse tali da relegare il proprio progetto a cattedrale nel deserto essendo tenuto, al contrario, ad incentivarlo ulteriormente dopo aver puntato tanto e forse anche troppo su di esso. Certo ci sarebbe anche da immaginare l’impatto che potrebbe avere una idea di intermodalità alle porte del centro storico, in un’area sempre più compromessa in termini di viabilità e sicurezza stradale. Abbiamo anche letto di probabili strutture congressuali e ricettive. Siamo sicuri che la nostra città abbia bisogno di altri posti letto o di centri fieristici non adeguatamente serviti da infrastrutture di supporto o dalla mobilità cittadina, quando quasi vicino c’è “Le Ciminiere” che invece da anni aspetta il suo parcheggio? Bene quindi l’attività privata, ma siamo consapevoli ancor di più che questa debba essere esercitata all’interno di una cornice definita che solo la prossima Amministrazione dovrà disegnare in piena correlazione con il piano urbano della mobilità sostenibile e il piano strategico della Città metropolitana. Ai candidati sindaco che in questi giorni si stanno affacciando nell’agone elettorale ed alle loro coalizioni, non possiamo che chiedere di esprimersi a chiare lettere su una tematica del genere – concludono dalla Ugl – perché, per noi, il governo del territorio è una condizione indispensabile per lo sviluppo e l’occupazione. Un abbandono di questa linea, infatti, procurerebbe solo caos che, forse, a qualcuno potrebbe far comodo, ma non di certo alla città che per crescere ha bisogno di organizzazione.”

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