Vuoti in organico al Comune. Fp Cgil Palermo: “Le soluzioni per coprire i buchi di personale negli uffici esistono”

“Intanto mantenendo gli stanziamenti del 2023 anche per il 2024 e il 2025”

Palermo – La Fp Cgil Palermo interviene sull’allarme lanciato dai dirigenti dell’ufficio tributi del Comune di Palermo a causa della  fuoriuscita di 9 funzionari dell’Asp,  che avevano collaborato per sei mesi  per rafforzare il servizio di riscossione crediti.  

    “Le soluzioni esistono. Non è vero che non abbiamo queste figure. L’amministrazione comunale tra il personale da stabilizzare  avrebbe tante  risorse da utilizzare  per fare questo lavoro, anziché rivolgersi a esterni  – dichiara Saverio Cipriano, responsabile enti locali per la Fp Cgil Palermo – – Non capiamo perché la Regione siciliana ha potuto fare un patto con lo Stato per dare via a un piano di assunzioni e il Comune di Palermo  usa le risorse  liberate dal turn over per aumentare l’indennità ai consiglieri e nominare dirigenti anziché chiudere la partita del precariato e subito dopo procedere con  un piano di assunzioni che possa coprire i 3 mila posti di lavoro mancanti  nella dotazione organica”.

     In questo modo, secondo la Fp Cgil Palermo, oltre a coprire i vuoti si potrebbe riservare il 50 dei posti per trovare con poche risorse, all’interno, tutte le figure che già esistono e che avrebbero la possibilità di esprimersi.

    La Fp Cgil Palermo dà la sua disponibilità a un confronto su quest’argomento.   “Basterebbe fare le progressioni interne del personale da B a C, che costerebbero 3.400 euro, e da C a D, a 2.900 euro. In questo modo l’ente avrebbe tutte le figure di cui ha bisogno – aggiunge Cipriano – Questo potrebbe avvenire subito, mantenendo per il 2024 e il 2025 le stesse risorse stanziate per il 2023 per pagare gli stipendi, pari a 193 milioni di euro, anziché diminuirle a 187 milioni e l’anno successivo a 185 milioni.   Per questo è importante, con la manovra di variazione e assestamento del bilancio, aumentare gli stanziamenti previsti per il 2024 e 2025. Inutile tirare avanti in questa condizione fino al 2027: si va a ridurre il piano di fabbisogno in un momento di bisogno aumentato di risorse umane, con i dipendenti delle fasce A e B in condizione di frustrazione professionale e aumentando il dissesto funzionale dell’ente”.

     “Siamo pronti a spiegare le nostre proposte e per questo abbiamo chiesto più volte un incontro   – conclude Cipriano – Bisogna chiudere con il precariato e portare tutti a 36 ore e quindi fare un piano delle assunzioni trovando all’interno le figure che servono, il tutto con poche risorse. Serve solo la volontà politica”.

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